Femminicidio: Calderoli patetico, stia zitto

Calderoli, quello del partito che usava simbologie abbastanza esplicite, in quanto a patetico machismo perde una bella occasione per stare zitto. Maria Elena Boschi e il PD hanno fatto molto su un tema cosi’ delicato. Piuttosto Calderoli spieghi come mai la legge sul femminicidio e’ ancora bloccata al Senato dal suo partito e dagli alleati di Fi. Calderoli si faccia un esame di coscienza e magari ci spieghi perche’ il suo partito aveva fatto approvare una pratica umiliante e dolorosa quale le dimissioni in bianco. Gli diamo un consiglio, stia zitto perche’ cercare visibilita’ sul dolore altrui e’ solo meschino

Museo Gam Torino: interrogazione a Franceschini sui danni alle opere d’arte

Comunicato stampa

“Dopo due settimane non sappiamo ancora niente di certo sull’incidente che ha danneggiato i locali ed alcune opere d’arte della Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Per questo motivo ho presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni culturali”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, vice presidente dei deputati Pd.

“E’ assurdo che notizie che riguardano il patrimonio pubblico siano emerse solo attraverso indiscrezioni di stampa e senza nessuna comunicazione ufficiale sia da parte della Fondazione Torino Musei che dall’amministrazione comunale”: conclude Silvia Fregolent.

Sport: ora è davvero per tutti

Grande giornata oggi per lo sport con la discussione in Aula sulla proposta di legge che riguarda il CONI. Stanno cambiando le cose: cadono realmente le prime barriere culturali, non come chiacchiere portate via dal vento, per lo sport e la disabilità. Vengono garantite pari opportunità: lo sport ora è veramente per tutti ed è per questo che cogliamo l’occasione per ringraziare il governo nelle figure del ministro Lotti e della sottosegretaria Maria Elena Boschi, che hanno capito che sostenere gli atleti, ‘tutti’ allo stesso modo, e’ presupposto di civiltà

Da governo risorse per Metro 2 e periferie mentre Appendino si occupa dei No-Tav

“Siamo sconcertati dal comportamento di un sindaco che dopo 15 mesi di fallimenti, promesse e demagogia ha addirittura il coraggio di rivendicare risultati che Torino ha ottenuto soltanto grazie al governo: mi riferisco ai finanziamenti per riqualificare le periferie, all’intervento del Ministro Delrio per realizzare la Metro 2 ed all’impegno del Ministro Minniti per la legalità, i campi rom e le palazzine ex-Moi per la cui evacuazione sono stati stanziati 1 milione e 500 mila euro. Fatti concreti che fanno emergere ancora una volta l’inconsistenza e l’incapacità dei grillini”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, vice presidente dei Deputati Pd.

“Degrado, incuria ed insicurezza stanno distruggendo l’immagine della città ma Chiara Appendino ed il M5S riescono soltanto a promettere di bloccare la Tav, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, nuove infrastrutture e miliardi di euro delle opere di compensazione previste per il territorio”: conclude Silvia Fregolent.

Ddl banche: la mia dichiarazione di voto

Signor Presidente, Signori Ministri e Rappresentanti del Governo, Onorevoli colleghi

In queste settimane che ci hanno separato dall’approvazione del decreto banche venete abbiamo sentito tante parole , abbastanza scontate e da quando siamo qui che le sentiamo e quasi viene da dire che alle solite urla abbiamo fatto il callo. Ma visto che quelle urla vengono da chi ci accusava di aver fatto un decreto sulle banche popolari sbagliato, che quelle realtà erano sane erano legate al territorio non come le banche commerciali,ecco che si è svelato l’inganno e la collusione sistemica in chi lo diceva. Come la storia recente ha dimostrato quelle banche non erano sane e lo stanno dimostrando nei fatti. Quindi lasciamo le  urla ai buffoni e cerchiamo di rimettere in ordine la verità dei fatti.

Oggi mi rivolgo al Paese che rappresentiamo, parlando di responsabilizzazione nel significato profondo di “senso di responsabilità” riguardo alla vicenda sulla quale siamo chiamati a esprimere un voto, riguardo cioè alla vicenda delle “banche Venete”.

Procederò ordinatamente a una disamina per punti; disamina che di questo senso di responsabilità darà elementi tecnici e, in parte, politici, ricordando a noi tutti, e a quella parte dell’Aula che sembra non averne chiari i dettagli, l’iter che, concertando tutti gli attori, gli adempimenti, le ricadute economiche, i gravi rischi scongiurati e gli scenari futuri, ha coinvolto soggetti finanziari, analisti legali, risparmiatori e imprese. In una parola ha coinvolto persone. Ha coinvolto cittadini.

Oggi siamo qui a votare la conversione del Dl 99 approvato dal Consiglio dei Ministri del 25 giugno 2017 col quale sono state introdotte disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e per garantire la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio. Corre l’obbligo ricordare che tale decisione segue la dichiarazione datata 23 giugno da parte della Banca Centrale Europea della condizione di dissesto delle due banche, condizione insussistente nel caso MPS: pertanto ogni parallelo risulta pretestuoso in quanto privo di onestà intellettuale. Così come insussistente è il parallelo con le 4 banche del centro Italia, per le quali si sono applicate norme europee. Ne’ mi spingo a fare considerazioni sul Banco Popular perché sono troppo diverse in ordine di grandezza e del mercato di riferimento.

Cosa è successo in quei due giorni? Il Single Resolution Board ha valutato le due banche non “sistemiche” cioè non abbastanza grandi da generare, in caso di fallimento, conseguenze significative sull’intero sistema bancario. Tale valutazione ha escluso la risoluzione in base alle regole del  BRRD e quindi al bail-in, lasciando la soluzione alla normativa italiana e al Testo Unico Bancario.

Il 24 giugno il Governo italiano notifica alla Commissione Europea le misure contenute nel decreto legge per le previste autorizzazioni. Le autorizzazioni arrivano puntualmente il giorno seguente, precisando che il soggetto acquirente, cioè Intesa Sanpaolo, è stato scelto con una procedura aperta, equa e trasparente.

Ora guardiamo i numeri. È stato detto che abbiamo regalato alle banche ed in particolare ad Intesa Sanpaolo 5,185 miliardi di euro dallo Stato. Nel dettaglio, e solo perché la verità resti agli atti, 3,5 miliardi di euro sono a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo; 1,285 miliardi sono a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione conseguenti all’acquisizione: in altre parole misure a salvaguardia dei posti di lavoro nonché l’applicazione del fondo di solidarietà per l’uscita su base volontaria di circa 3.900 persone dal Gruppo Intesa Sanpaolo. I circa 400 milioni di euro rimanenti sono a garanzia di contenziosi già in essere con i relativi fondi accantonati. Solo qualora tali fondi non fossero sufficienti, la banca potrà attingere a quel tesoretto.

Appare quindi evidente che la colorita espressione “regalo” tanto cara alle opposizioni, in particolare al Presidente Brunetta e agli onorevoli pentastellati, altro non è che un contributo statale volto alla tutela della solidità del sistema bancario intero, che non avrebbe retto il fallimento delle banche venete, nonché del lavoro delle persone, dei cittadini. Voglio su questo punto sottolineare un aspetto: grazie a questo decreto, con questa operazione nessuna persona perderà il proprio posto di lavoro, nessuno verrà lasciato indietro. E per questo che voglio pubblicamente ringraziare il sottosegretario Baretta per aver detto in quest’aula che il tema lavoro sia stato il punto chiave nella ricerca di una soluzione , e che questo e’ stato uno dei punti di forza della proposta fatta da Intesa SanPaolo.

Ritorniamo ai numeri: come si arriva ai 17 miliardi a proposito dei quali si è dibattuto su tutti gli organi di informazione e ci si è ripetutamente interrogati in quest’Aula. Ci si arriva aggiungendo 12 miliardi corrispondenti al valore nominale di sofferenze, incagli e crediti ad alto rischio che complessivamente, ma solo potenzialmente, potrebbero pesare sulle casse dello Stato: saranno infatti sottoposti a un’operazione di recupero affidata alla SGA. Quindi soldi che sono recuperati, che non vanno a dedito. Pertanto quando l’onorevole Di Battista sostiene che questi soldi potevano essere usati per il reddito di cittadinanza dice due falsità: in primo luogo questi soldi, ammesso che si arrivi alla somma di 17 miliardi,  sono dati una volta sola, mentre si presume che il reddito di cittadinanza ammesso che costi 17 miliardi, non e’ dato una volta sola ma diventa sistemico quindi ogni anno si dovrebbe trovare tale somma. In secondo luogo parte della somma verrà recuperata mentre si spera che i soldi dati con il reddito di cittadinanza poi non vengano richiesti indietro.

 

Un ultimo numero che non possiamo non richiamare: l’intervento di Intesa Sanpaolo ha evitato che, in caso di fallimento delle due banche, lo Stato perdesse 10 miliardi di euro di garanzie sui titoli obbligazionari emessi in questi ultimi mesi dalle banche venete per gestire la mancanza di liquidità.

Signora Presidente, mi accingo a concludere con poche valutazioni politiche. Il Governo, la maggioranza e il Partito che qui rappresento si sono assunti la responsabilità, d’intesa con l’Unione Europea, di effettuare un intervento a favore del risparmio, delle imprese e dell’occupazione in quello che viene unanimemente considerato il territorio più dinamico d’Italia dal punto di vista imprenditoriale. Questo con l’obiettivo di restituire fiducia e sicurezza alle famiglie, alle persone e ai lavoratori e di scongiurare effetti negativi a cascata su tutta l’economia italiana.

Il fatto che al termine di una “procedura aperta, equa e trasparente” si sia arrivati ad affidare alla banca più solida del nostro sistema bancario il rilancio delle attività creditizie del Nordest garantisce il sostegno economico al tessuto sociale e imprenditoriale di quell’area. Allo Stato resta il compito di garantire la solidità del sistema risanandone la parte in sofferenza. Perché solo una divisione dei compiti così strutturata rende possibile la soluzione positiva di un sistema così complesso e  ricco di incognite.

Una scelta che demagogicamente è stata subito bollata come contraria all’interesse collettivo: onerosa per i cittadini e generosa con il sistema bancario. Ma facili formule inclini al populismo, proclami gridati con lo scopo di far presa sull’emotività piuttosto che condividere dei ragionamenti, devono lasciare il posto a dati, a riflessioni di ampio respiro, al senso del ruolo politico come lo abbiamo definito: senso della società e del suo futuro, fatto di lavoro e prospettiva. Anche perché chi  pronuncia quegli insulti come il movimento 5 stelle nella mia città, Torino, dopo aver fatto tutta la campagna elettorale contro le nomine eseguite alla Compagnia di San Paolo una volta al governo della città hanno drasticamente cambiato opinione .Le loro urla sono solo di facciata e non di sostanza. Al governo e alla sua maggioranza e’ toccato ancora una volta trovare soluzioni a problemi che  sono stati ereditati dal passato e dai governi del centrodestra,perché tutto si puo’ dire tranne che in Veneto governi il pd.. Ripercorrendo dal 1995 a 2010 abbiamo avuto come Presidente Galan e dal 2010 ad oggi Zaia. In questi ventanni si e’ parlato di modello Veneto e di voglia di indipendenza da Roma ecco sorprende come  il mondo imprenditoriale veneto, che pure aveva beneficiato e che aveva gestito in parte le banche venete, non si sia sentito in obbligo di intervenire direttamente quando era ancora il tempo per farlo. E’ toccato a questo parlamento trovare la soluzione. Insomma e’ toccato a Roma salvare il Veneto. Si spera di non sentire piu’ slogan su Roma ladrona almeno per un po’ di tempo.

Questi sono gli argomenti che portano il Partito Democratico a riconfermare con un voto favorevole la Fiducia al Governo Gentiloni

 

 

Con Appendino e M5S trasporto pubblico disastroso

Riduzione delle corse, aumenti dei ticket e degli abbonamenti,  licenziamenti, stop alle assunzioni, tagli nelle  manutenzioni, autobus pericolosi che si incendiano ripetutamente: è questa purtroppo la catastrofica situazione della Gtt, l’azienda pubblica di trasporti del Comune di Torino dopo tredici mesi di governo Appendino e del M5S. Quegli stessi signori che in campagna elettorale parlavano di mobilità come diritto fondamentale e condivisione delle scelte con i cittadini sono riusciti, in poco più di un anno, a smantellare e rendere inaffidabile un servizio che dovrebbe essere garantito quotidianamente a migliaia di cittadini

Appendino continua a pretendere risorse per coprire buchi di bilancio

“Il Governo ed il Partito Democratico in questi mesi hanno dimostrato un’attenzione concreta e continua nei confronti di Torino: i finanziamenti per la Città della Salute, per le periferie a per la Metropolitana ne sono la prova tangibile. La sindaca Appendino continua però a rivendicare risorse già in parte erogate e la cui differenza è ad oggi non ancora stata quantificata come hanno già ribadito le sentenze di Tar e Consiglio di Stato”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera sui 61 milioni di euro che il comune pretenderebbe dallo Stato con il passaggio dall’Ici a l’Imu ed alla Tasi durante i Governi Monti e Letta.

“Non vogliamo entrare nei dettagli rispetto all’apertura del Pd di Torino in consiglio comunale rispetto ai rapporti con la maggioranza, vogliamo però ribadire al M5S – continua Silvia Fregolent – che una opposizione costruttiva deve comunque rispettare le leggi e le sentenze degli organismi competenti. La sindaca deve capire che lamentarsi di tutto e di tutti, sempre e comunque, senza offrire nessuna idea di sviluppo della città sta portando la nostra comunità al disastro”.

Piazza San Carlo: gravi responsabilità del Comune

Le evidenti falle nella sicurezza che hanno avuto conseguenze tragiche aspettano ancora un responsabile. Il Pd non fa polemica strumentale e campagna elettorale su fatti tragici e siamo stati gli unici ad oggi a non aver chiesto le dimissioni della sindaca Appendino e della sua giunta del M5S, ma chi ha sbagliato deve pagare. Per questo motivo continueremo a seguire la vicenda ed a chiedere chiarimenti al governo.

La risposta del Ministero dell’Interno alla mia interpellanza non chiarisce purtroppo le cause, ma solleva anzi ulteriori dubbi sulle misure di sicurezza e di prevenzione messe in campo da Comune e Forze dell’ordine, che si aspettavano addirittura 10mila persone in più nella piazza. Il fatto che la riunione tecnica per l’ordine pubblico si sia svolta solo il 1 giugno, a 48 ore dell’evento, ed il sopralluogo in piazza nel pomeriggio del 3 giugno, ha reso difficilmente fattibili alcuni interventi necessari come lo spostamento dei dehors degli esercizi pubblici. Da questa stretta tempistica emerge ancora una volta come le istituzioni cittadine e gli organi preposti alla sicurezza abbiano colpevolmente sottovalutato la tipologia di tale manifestazione, il grave contesto internazionale che viviamo, la necessità di effettuare controlli capillari e efficaci, l’organizzazione dei soccorsi e soprattutto le conseguenze che tale improvvisazione ha causato ed avrebbe potuto causare.

Feriti a Torino: chiariamo le responsabilità dell’Appendino

E’ necessario chiarire se la mancanza di adeguate precauzioni di carattere amministrativo, logistico e di pubblica sicurezza abbia aggravato il bilancio dei feriti di sabato sera a Torino. Ho dunque presentato un’interpellanza urgente al Ministro dell’Interno Marco Minniti che verrà discussa dall’Aula di Montecitorio nei prossimi giorni. Quello accaduto a Piazza San Carlo è un fatto gravissimo. Mentre l’Europa è sotto attacco del terrorismo, Torino è l’unica città in cui ci sono stati migliaia di feriti per un falso allarme. Le responsabilità della sindaca Chiara Appendino sono comprovate ed evidenti: riempire una piazza di persone senza vietare la vendita di bottiglie di vetro, indirizzando le persone verso un solo maxischermo e non prevedendo adeguate vie di fuga è stata una follia. Come è stata una follia, da parte delle autorità competenti, predisporre un servizio d’ordine che non impedisse l’entrata ai venditori abusivi di alcolici e che mettesse assieme le famiglie con i bambini e gli ultras con i daspo. Molti si chiedono oggi se Torino sia una città sicura. Noi non vorremmo che in pochi mesi l’approssimazione ed il dilettantismo della giunta Appendino cancellassero 23 anni di eventi pubblici che avevano animato e risvegliato le piazze della nostra città.

Lettera aperta a Chiara Appendino

Cara sindaca Chiara Appendino,

nessuno del Partito Democratico ha mai pensato che non ci debba essere collaborazione istituzionale fra Regione Piemonte e Comune di Torino a causa della differenza politica fra le due amministrazioni. Questa idea appartiene da sempre al movimento/partito di Grillo che in questi anni ha sempre votato contro tutti i provvedimenti che avrebbero portato risorse economiche al Piemonte e alla città, preferendo sempre il populismo dell’ideologia politica al reale benessere della popolazione (come ad esempio i finanziamenti per la Tav, la Città della Salute, la Metro 2, il collegamento Torino – Orbassano).

Sappiano benissimo che se la Regione Piemonte non fosse intervenuta con stanziamenti propri (che ammontano a 1 milione 120 mila euro) e con le capacità politiche ed amministrative del Presidente Sergio Chiamparino e dell’assessore alla cultura Antonella Parigi, avremmo perso a favore di Milano anche il Salone del Libro come avvenuto purtroppo per la Mostra di Manet. Le posso garantire, cara sindaca, che tutto il Partito Democratico, dal Ministro Dario Franceschini agli iscritti di Torino, si è adoperato perché questo non accadesse, ed esclusivamente per il bene della città.

Il mio personale dolore e la mia grande preoccupazione, come di molti che vogliono bene alla nostra città, è di veder vanificato il duro lavoro che in 23 anni ha visto radicalmente trasformare Torino.

 

Cordialità

 

Silvia Fregolent

 

P.S. Colgo anche l’occasione per tranquillizzare il Presidente Sergio Chiamparino. Non è l’unico governatore del Pd che deve confrontarsi quotidianamente con giunte “grilline”. Mi rammarica solo vedere che ogni volta che un semplice militante cerca di dare un consiglio venga tacciato subito come autoreferenziale. Ma non eri proprio tu, caro Sergio, a suggerire al segretario del Pd Matteo Renzi di ascoltare maggiormente proposte e indicazioni? Spero che questo valga anche per la tua azione politica che noi del Pd continueremo a sostenere. Nessuno vuole indebolire la tua azione di governo. Vogliamo anzi esserti di supporto per aiutarti a cambiare le cose che non vanno e che i singoli cittadini ci segnalano.

Mi permetto di ricordarti anche che non sono le polemiche a far aumentare i rifiuti a Roma, ma l’ideologia della sindaca Raggi che ha purtroppo precluso fino ad oggi qualsiasi soluzione efficace.

Sarebbe ingeneroso non riconoscere la straordinaria opera del Governatore Zingaretti che sta cercando di risolvere un’emergenza senza pari e nel contempo di tranquillizzare gli altri comuni del Lazio stanchi di accogliere rifiuti altrui.

E’ per questo che in tanti, molti dei quali simpatizzanti o iscritti al Pd, hanno voluto mandare un messaggio chiaro donando il proprio tempo libero per ripulire la città.