PESTE SUINA: CON DIMISSIONI CAPUTO INIZIA NUOVO CORSO’CON DIMISSIONI CAPUTO INIZIA NUOVO CORSO

Dopo due anni in cui si è registrato un nulla di fatto da parte del governo nel contrastare la peste suina sembrerebbe essersi dimesso il commissario Caputo. Non possiamo che
augurarci che sia l’inizio di un nuovo corso. La peste suina africana non solo non è stata arginata, ma si è diffusa nel Paese, arrivando nel distretto del prosciutto di Parma e nella food valley, luogo simbolo dell’eccellenza del Made in Italy agroalimentare. I danni, economici e d’immagine dei nostri prodotti di qualità, sono incalcolabili. Purtroppo il governo, nonostante i ripetuti allarmi, si è dimostrato cieco e sordo alle richieste. Ora, di fronte a un vuoto commissariale, ci auguriamo sia nominato qualcuno che conosca il territorio e sia in grado di affrontare la drammatica situazione con soluzioni rapide e concrete.

DL CASA: GOVERNO SCHIZOFRENICO NON RISPONDE A ESIGENZE PAESE

Con la denominazione Piano casa ci saremmo aspettati un provvedimento rivoluzionario invece ci troviamo di fronte a piccoli aggiustamenti, semplificazioni o ancor peggio, condoni, che nulla hanno a che fare con quello di cui il Paese ha bisogno. Non è un decreto salva casa, ma un salva irregolarità. È intollerabile un provvedimento di urgenza per piccoli intoppi negli appartamenti. C’è invece un’urgenza di un vero piano casa per rispondere a nuove sfide sui parametri imposti dall’Europa, su cui il governo ha scelto di non incidere, e vecchie sfide come l’assenza di edilizia pubblica e di risorse o il mancato rifinanziamento del fondo per morosità incolpevole. E ancora una volta colpisce la schizofrenia del governo che si mostra plasticamente anche in questo provvedimento. Con il silenzio assenso anche per le zone di interesse paesaggistico, tra abusi e paesaggio per il governo prevalgono i primi. Ma solo qualche giorno fa nel decreto agricoltura è stato bloccato il solare a terra al grido di “salviamo l’ambiente e il paesaggio” e nel decreto sulle aree idonee tra l’abbattimento dei costi dell’energia e il paesaggio si sceglie quest’ultimo. È evidente che a questo governo del bello non interessa nulla e sia stato usato solo come grimaldello per bloccare le rinnovabili, con buona pace dell’energia, delle bollette, dell’indipendenza energetica del Paese.

Cultura: su Villa Verdi buco nell’acqua di Sangiuliano

Ancora un buco nell’acqua del ministro della cultura che non riesce a mettere in salvo Villa Verdi. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ed è evidente che il ministro Sangiuliano non voglia ascoltare la richiesta di coinvolgere le istituzioni locali e i privati di buona volontà in un’operazione di mecenatismo per salvare un luogo simbolo dell’identità nazionale. Il ricorso contro il procedimento di dichiarazione di pubblica utilità per l’esproprio di Villa Verdi da parte degli eredi, che hanno contestato l’ammontare dell’indennità pari a solo un quarto del valore stimato, allungherà ancora i tempi per ridare nuova vita alla residenza del compositore a Sant’Agata di Villanova sull’Arda. Ora è il tempo di agire e di riconsegnare alla cittadinanza e al Paese una dimora che non solo luogo della memoria, ma patrimonio culturale in grado di dare nuovo impulso al turismo di qualità.

Violenza donne: nessuno si abitui a molestie

Stupisce che una dirigente scolastica, una donna con un ruolo fondamentale nell’educazione e nella formazione dei più giovani, possa ridurre una molestia a qualcosa con cui è normale fare i conti. Nessuno si deve abituare alle molestie!
I dati del Cnr sulla violenza di genere in Italia sono allarmanti: sono oltre 12 milioni le donne che in Italia hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica, ma solo il 5% ha denunciato. È evidente che solo con il contributo della comunità educante e con un cambio di prospettiva potremo modificare lo stato delle cose. Deve essere chiaro, soprattutto ai più giovani, che nessuno può prendersi la libertà di toccare una donna senza il suo consenso. È questo che si dovrebbe insegnare alle ragazze e ai ragazzi, non la rassegnazione, non il far finta di nulla.

Cultura: Su teatri d’opera ennesima occupazione di Sangiuliano

Che sia necessario riformare lo spettacolo dal vivo è indubbio, che la parte riguardante i teatri d’opera sia da modificare è fuori discussione, ma è altrettanto certo che la riforma del ministro Sangiuliano sia assolutamente inadeguata a risolvere i problemi in campo. Si tratta dell’ennesimo tema col titolo azzeccato, ma con lo svolgimento sbagliato. Sarebbe importante avviare una seria riflessione sul ruolo dei Sovrintendenti italiani e su come troppo spesso non siano in grado di conseguire utili ed attivi in un settore nel quale dovremmo essere leader mondiali a livello artistico come quello operistico. Purtroppo Sangiuliano imbocca un’altra strada e, invece di conferire il mandato artistico alle orchestre, che dovrebbero essere normate con concorsi che rispettino gli standard internazionali di trasparenza e competenza, sceglie di dare un ruolo ancor più forte agli incaricati ministeriali, che troppo spesso rispondono ai desiderata della maggioranza e non sono in grado di dare un impulso artistico di valore. Ancora una volta quello che spinge il ministro della Cultura sembra essere il desiderio di occupare posti più che fare il bene della collettività.

TAV: GOVERNO NON PERDA TRENO SU INFRASTRUTTURE

Con i 700 milioni di euro dell’Unione Europea per il completamento della linea ferroviaria Torino-Lione non ci sono più scuse per non dare una forte accelerazione ai lavori. È il momento di intraprendere quel cambio di passo infrastrutturale che è stato annunciato e che non è ancora arrivato. È il caso di dire che il governo non può perdere anche questo treno! Dopo i disagi di questi mesi, con la frana che ha coinvolto il Frejus e l’alluvione a Bardonecchia, doveva essere chiaro che la Tav è un’opera imprescindibile, strategica per il Piemonte e l’Italia. Ora è necessario sbloccare lo sviluppo infrastrutturale per dare un’occasione di rilancio per il territorio e per tutto il Paese.

Taxi: Salvini batta un colpo e garantisca servizio pubblico

Di fronte al caos taxi, che sta mettendo in ginocchio turisti e cittadini, continua l’immobilismo del governo. Salvini batta un colpo e garantisca il servizio pubblico! È incredibile che davanti a un’emergenza i bandi per le nuove licenze siano ridotti a poche centinaia anche nelle grandi città. Solo una goccia nel mare. E se con una mano, attraverso l’aumento delle licenze, vogliono farci credere di migliorare il servizio, con l’altra penalizzano gli utenti consentendo un aumento sproporzionato delle tariffe. Una vera e propria presa in giro. Fino a quando il ministro dei trasporti e il governo non avranno il coraggio di fare delle vere liberalizzazioni che consentano la concorrenza non sarà garantito il servizio a chi è malato, alle persone con disabilità, ai cittadini tutti. È tempo che comprendano che il taxi non è un lusso ma un servizio pubblico.

Fiat: investire per invertire rotta

La Fiat compie 125 anni oggi, un pezzo della storia d’Italia, ora è solo uno dei 14 marchi di Stellantis. Non possiamo permettere che un’azienda che ha rappresentato l’auto nel mondo sia relegata ai margini della produzione. Il governo si attivi affinché i vertici di Stellantis devono dare garanzie alla Fiat e alla città di Torino. È il tempo di cambiare e investire per invertire la rotta che porta verso un futuro incerto.

CDP: CON MELONI PERICOLOSA MARCIA INDIETRO

È servita una presidente del Consiglio donna per far tornare il Paese indietro nel tempo, pericolosamente. L’ipotesi di modifica dello statuto di Cassa Depositi e Prestiti, società controllata dallo Stato, per abbassare la soglia della presenza femminile nel cda dà la cifra della miopia del governo. Di fronte all’incapacità, o peggio alla mancata volontà, di trovare un accordo sulle candidature femminili si cambiano le regole del gioco. Regole votate all’unanimità dal Parlamento e ora calpestate in nome di una spartizione di poltrone.

Autonomia: richiesta Piemonte rende fragile la regione

L’autonomia differenziata non farà altro che rendere più fragile una regione che invece potrebbe
essere il traino del Paese. Lo ripetiamo da tempo, ma sembra che la maggioranza di governo sia cieca e sorda, che dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina avremmo dovuto imparare qualcosa sulla necessità di dare al Paese più omogeneità e meno burocrazia, invece si sta andando nella direzione opposta. Una direzione fallimentare. E non siamo solo noi a dire che la volata verso l’autonomia da parte del presidente Cirio è sbagliata, ci pensa anche il ministro Musumeci che parla di “richiesta assolutamente precoce”. Soprattutto il governatore dovrebbe chiedersi cosa succederà in caso, che ci auguriamo, di vittoria del referendum. Noi di Italia Viva in questi mesi raccoglieremo insieme alle altre forze politiche le firme per il referendum abrogativo e ci impegneremo per difendere i cittadini da questa follia che non farà che impoverire la nostra Regione.