Ddl start-up: provvedimento estetico senza visione d’impresa

L’intervento più importante sulle start up resta quello del 2014 del governo Renzi, che istituì il credito d’imposta per sviluppare le imprese innovative. Questo di oggi, invece, è un provvedimento a metà, un provvedimento estetico che serve a dire di aver fatto una norma, ma che non risolve le criticità e non fa in modo che le start-up si consolidino nel nostro Paese. La maggioranza, ancora una volta, è andata dritta per la propria strada senza neppure ascoltare le start-up che, per accedere ai bandi del Pnrr, dovranno avere tre anni consecutivi di bilancio positivo, una follia!
Un provvedimento che mostra plasticamente che questo governo non ha una visione. Hanno fatto un compitino molto semplice che ci lascia insoddisfatti, ma che non ci impedirà di votare a favore perché appoggeremo sempre tutto quello che va nella direzione di aiutare chi fa impresa.

NUCLEARE: TORNI ELEMENTO STRATEGICO, GOVERNO PASSI DA PAROLE A FATTI

Il nucleare torni ad essere un elemento strategico. Lo sottolinea oggi il presidente di Confindustria Orsini, lo chiedono i principali player italiani del settore, ma soprattutto lo esige il buon senso che rende evidente che il nostro mix energetico non basta più. La guerra in Ucraina, con lo stop all’approvvigionamento del gas russo, dovrebbe averci insegnato che dobbiamo potenziare e diversificare il nostro bilancio energetico. E il nucleare di nuova generazione è elemento essenziale per affiancare le rinnovabili nel raggiungimento di una piena sostenibilità energetica, in termini ambientali ed economici. Come intergruppo in oltre un anno di lavoro abbiamo dimostrato che l’interesse su questo argomento è alto, ma ci sono ancora troppe resistenze nell’azione di governo, che da un lato apre al nucleare ma dall’altro non ha ancora individuato il sito unico per i rifiuti radioattivi. È il momento di passare ai fatti e fare le leggi necessarie perché il Paese non può pagare i pregiudizi di certa politica con una crisi energetica che si riversa tutta sulle tasche degli italiani.

Agricat: da maggioranza incompetenza e malafede

Il tavolo permanente per riesaminare i criteri con cui vengono disposti i risarcimenti da parte della società che gestisce il fondo mutualistico contro il rischio di eventi catastrofali è di certo una buona notizia per gli agricoltori. Talvolta però una buona notizia porta con sé anche quelle cattive. L’istituzione del tavolo per risolvere la beffa dei mancati rimborsi certifica nello stesso tempo l’incompetenza dei decisori di Agricat e la malafede di chi, come i capigruppo di Camera e Senato di Fratelli d’Italia, aveva derubricato a fake news le giuste proteste degli imprenditori agricoli che hanno visto respinte le richieste di risarcimento. Ora ci auguriamo che finiscano le imbarazzanti difese d’ufficio e che il governo inizi finalmente a trovare soluzioni per gli agricoltori in sofferenza.

Peste suina: risposte o il comparto collassa

In materia di peste suina, servono risposte o comparto collassa. Un nuovo focolaio nel novarese, altri 4 casi in Liguria: la peste suina si sta diffondendo in modo sistematico, e un intero comparto è in ginocchio, ma il commissario straordinario sta ancora cercando soluzioni. Cos’altro deve accadere affinché il governo dia risposte in tempi celeri prima che una fetta rilevante dell’economia italiana collassi definitivamente?. Se non si corre ai ripari saranno messi a rischio non solo il comparto della produzione alimentare di qualità e l’esportazione del cibo di origine suina made in Italy, ma anche l’industria dei mangimi e il comparto energetico derivante dalla produzione di biogas dai liquami di suini. Basta pensare agli allevatori di Pavia che stanno subendo una doppia crisi: da un lato i risarcimenti per l’abbattimento dei capi corrispondono a meno della metà del valore dell’animale, dall’altro non si tengono conto delle perdite per gli imprenditori agricoli che avevano investito sul biogas e ora si ritrovano a non avere la materia prima per la trasformazione energetica. Non è più il tempo delle domande, ora servono risposte.

FERROVIE: SU RITARDI SOLITO SCARICABARILE?

Tutto nella norma. C’eravamo lasciati all’inizio dell’estate con ritardi dovuti ad ammodernamenti della linea, ci ritroviamo ai primi di settembre con altri ritardi. Per ora tutto tace, ma siamo certi puntuale partirà il gioco dello scaricabarile. Salvini, che si occupa di tutto tranne che dei temi del suo ministero, come al solito latita. Ovviamente la maggioranza dirà che non dipende dal governo, e scaricherà ancora una volta la responsabilità su gestore delle Ferrovie. Ci aspetteremmo a questo punto un minimo di coerenza, che qualcuno si assuma la responsabilità, temo invece che non accadrà nulla se non altri ritardi per i cittadini.

INFRASTRUTTURE: MIT RISPONDA A PREOCCUPAZIONE AGRICOLTORI COLORNO

Dove sono finiti gli impegni del ministero delle Infrastrutture che, solo qualche mese fa, indicava la realizzazione del ponte tra Colorno e Casalmaggiore come prioritaria e assicurava certezza dei tempi di realizzazione? Sappiamo che le risorse date alle Province sono scarse, ma vogliamo ugualmente sollecitare la provincia di Parma a dare il giusto impulso, anche di concerto con la Regione Emilia Romagna, affinché quest’opera sia completata entro la data di dismissione del vecchio ponte. Noi di Italia Viva, a partire dal Piano Shock, abbiamo sempre lavorato affinché vi fosse una rapida realizzazione delle opere infrastrutturali strategiche. Anche in questo caso il nostro impegno sarà finalizzato a dare risposte ai cittadini e ai tanti agricoltori che, in assenza di questo ulteriore collegamento tra Parma e la Lombardia, rischierebbero un duro contraccolpo economico.

Dl materie prime: misura di facciata, imbarazzante

Siamo ai saldi estivi: due decreti al prezzo di uno, quello sulle infrastrutture e quello sulle materie prime all’esame frettoloso del Parlamento. Al governo evidentemente erano troppo distratti a commentare le Olimpiadi di Macron e hanno fatto provvedimenti inutili. Noi ci saremmo aspettati una seria filiera di estrazione italiana ed europea, invece troviamo una scatola vuota. Non solo non si cercano le terre rare che servirebbero per la transizione ecologica, ma soprattutto non c’è il coinvolgimento delle Regioni. Hanno votato l’autonomia differenziata, ma su un provvedimento che prevede semplificazioni decidono di centralizzare e di escludere le Regioni, andando addirittura in contrasto con il Titolo V. Evidentemente sono pronti a firmare i nostri moduli per il referendum. Ci dicono che siamo determinanti in Europa e nel mondo e poi fanno un provvedimento scollegato con il regolamento europeo. Non viene menzionato neppure il piano Mattei, che per la prima volta sarebbe servito per gli accordi sull’estrazione delle terre rare in Africa, ma evidentemente vogliono lasciare il campo libero a Russia e Cina. Nulla neppure per sbloccare i rallentamenti sul recupero delle materie prime critiche o per fare quelle semplificazioni chieste dalle nostre imprese. Noi siamo convintamente contrari a un provvedimento di facciata che non risolve i problemi, talmente inutile da essere imbarazzante.

Granchio blu: commissario faccia meglio che per peste suina

Dopo due anni di emergenza granchio blu, in cui si sono registrati danni ingenti, è stato nominato Enrico Caterino come commissario straordinario. Meglio tardi che mai. L’augurio è che faccia meglio di quello per la peste suina. Vincenzo Caputo si è dimesso dopo aver disatteso le promesse fatte agli allevatori e lasciando in ginocchio l’intero comparto. In questi mesi i focolai si sono moltiplicati, andando a intaccare la produzione delle eccellenze del Made in Italy di origine suina e dando un duro colpo all’export. Ora ci auguriamo che il governo non lasci il posto vacante e nomini, invece, qualcuno con poteri d’intervento e risorse in grado di attivarsi immediatamente. Non si può sempre chiudere la stalla quando i buoi, o meglio i suini, sono scappati.

PESTE SUINA: GOVERNO ASCOLTI GRIDO ALLARME ALLEVATORI

È incredibile che resti inascoltato il grido d’allarme degli allevatori suinicoli. Un governo che vede emergenze in ogni dove, a tal punto di ricorrere alla decretazione d’urgenza come mai era stato fatto prima, sembra restare inerte davanti al diffondersi del virus. Purtroppo poco o nulla è stato fatto per arginare la diffusione del virus e ancor meno come ristori alla filiera suinicola e agli imprenditori dell’indotto. E a dirlo non siamo noi, ma I focolai si sono moltiplicati e hanno raggiunto il distretto del prosciutto di Parma, la food valley, con danni incalcolabili non solo al comparto produttivo, ma anche all’export e all’immagine del cibo Made in Italy nel mondo. Da parte del governo c’è stata una sottovalutazione E a dirlo non siamo noi, ma l’ex ministro dell’agricoltura della Lega Gian Marco Centinaio. Ora è necessario correre ai ripari nominando immediatamente un commissario che sia in grado di intervenire in modo mirato e non solo di fare promesse che restano disattese.

Carceri: a Torino punta iceberg, da governo pannicelli caldi

Le rivolte carcerarie di questa notte sono solo la punta dell’iceberg di una situazione incontrollabile e se il governo proseguirà con inutili pannicelli caldi non potrà che peggiorare. Il sovraffollamento in alcuni istituti ha raddoppiato le presenze dei detenuti rispetto alla capienza massima e gli agenti di polizia penitenziaria sono sottodimensionati rispetto alle reali esigenze. Sono condizioni, per chi vi è recluso e per chi ci lavora, assolutamente insostenibili. E le rivolte ne sono una conseguenza diretta. Ma il governo, invece di correre ai ripari e fare approvare subito l’unica proposta seria in campo, quella di Giachetti contro il sovraffollamento carcerario, sceglie di andare in direzione ostinata e contraria, aumentando le pene e i reati. Le nuove norme sulle rivolte invocate dagli esponenti della maggioranza non faranno che aggravare la situazione a tal punto da lasciar pensare che ci sia una precisa volontà da parte del governo.