Contro la violenza sulle donne: l’intervento di Silvia Fregolent
Nel giorno in cui in tutto il mondo si riflette sul tema della violenza delle donne vorrei iniziare il mio intervento portando un saluto a Samantha Cristoforetti prima donna italiana nello spazio. Samantha e’ la migliore risposta a tutti coloro che ancora oggi nel 2014 pensano e dichiarano che essendo le donne diverse dagli uomini non possono ricoprire le stesse posizioni. . Esempio di donne forti, competenti e determinate non possono far dimenticare quanto debba fare il nostro Paese sul tema della violenza.
Questo Parlamento che come piu’ volte e’ stato ricordato in questi mesi e’ il Parlamento con la più alta presenza femminile della storia della repubblica, ha compiuto importanti passi formali. Essere stato uno dei primi Paesi in Europa a ratificare la convenzione di Istanbul con legge n.77 del 27 giugno 2013 e’ stato un passaggio epocale per le nostre istituzioni. Come importante e’ stata l’approvazione del decreto legge n. 93 del 2013 convertito nella legge 119 del 2013.
Questi atti sono stati importanti sia sul versante sanzionatorio /repressivo modificando le vigenti disposizioni del codice penale (ricordiamo tra tutti le aggravanti generiche per la commissione di alcuni delitti quali percosse , mutilazioni genitali femminili,violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia in danno o in presenza di minori o se commesso in stato di gravidanza dal coniuge separato e divorziato) sia sul piano della prevenzione attraverso la previsione di un piano straordinario d’azione contro la violenza.
Abbiamo appreso oggi dalle parole della Consigliera delle pari opportunità per la presidenza del coniglio Giovanna Martelli presenti oggi sui giornali come il Piano sia in tiratura d’arrivo e come questo abbia visto la partecipazione delle Regioni e delle associazioni femminili. Bene era la notizia che oggi volevamo sentire.
Come desta soddisfazione la previsione dei 19 milioni e 100.000 euro per l’attuazione dei piano antiviolenza per il 2015, non possiamo che chiedere con forza come gruppo del Partito Democratico che siano stabiliti al più presto i criteri per la ripartizione di questi fondi perché sappiamo come queste risorse siano fondamentali per i centri antiviolenza e per le case rifugio. Non ci possono essere intoppi burocratici che impediscano la creazione di quelle strutture che sono essenziali per la salvaguardia della vita e della salute delle donne e per evitare che ogni anno in questa giorno venga aggiornato in negativo l’elenco delle vittime di maltrattamenti. Il mancato stanziamento dei fondi previsti nel 2013 e 2014 deve essere un monito perché non solo questo non accada piu’ ma come ancora oggi non ci possa essere una difforme presenza di centri a seconda delle regioni.
Ma non c’è migliore prevenzione dell’educazione e dell’investimento sulle nuove generazioni, che la buona scuola che e’ in fase di creazione ne tenga conto. Ha ragione il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a ricordarci il principale terreno sul quale operare resta quello dell’educazione alla parità dei sessi e al reciproco rispetto.
Ancora tanto occorre fare su questo tema. Troppi stereotipi negativi sono rivolti al mondo femminile dai mass media tradizionali come dalle nuove forme di comunicazione. Questo non giustifica la violenza, niente e nulla può giustificare la violenza sulle donne, ma aiuta ad aumentare il discredito verso il genere femminile. Un esempio banale, Tutti i quotidiani oggi analizzano la scarsa affluenza elettorale alle recenti elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria. Solo uno sottolinea come nel duro mondo delle preferenze in Calabria sia stata eletta una sola consigliera donna. Non si preoccupino gli amici calabresi quando c’è la competizione elettorale con preferenza unica come per le elezioni regionali il divario tra eletti ed elette e’ purtroppo drammatico in tutte le regioni. Visto che ci aggiungiamo a riformare le istituzioni e cambiare la legge elettorale mi aspettavo che fosse una notizia analizzata con maggiore attenzione.
Come con attenzione in questi giorni di discussione della delega lavoro dobbiamo prestare al rilancio dell’occupazione femminile. Dipendenza economica e’ da sempre dipendenza psicologica. Permettere alle donne di trovare e mantenere un lavoro è il più importante atto di prevenzione che possiamo attivare. Ricordiamo come la delega lavoro che stiamo votando ha introdotto, grazie ad un emendamento voluto da partito democratico, il congedo rivolto alle donne inserite nei percorsi di protezione.
Spetta alle nuove generazioni presenti, con l’aiuto delle amiche che in passato hanno lottato per cambiare e migliorare la condizione femminile, pretendere di veder realizzato quanto ci spetta, farci interpreti di un reale cambiamento culturale non delegando a nessuno la realizzazione dei sogni e delle speranze nostre e delle milioni di donne che fuori da questi luoghi si aspettano molto da noi.
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