Leopolda 2013: il documento sulle politiche giovanili
Il documento prodotto alla Leopolda 2013 sulle politiche giovanili
Premessa
In Italia si parla molto di giovani: giovani che non lavorano, che non fanno una famiglia, che non si impegnano, bamboccioni o choosy. Ma i giovani li si conosce veramente e che politiche si fanno realmente per loro?
I criteri per verificare la condizione giovanile partono dalla formazione ,da quando arriva l’indipendenza dalla propria famiglia e da quando ci si appresta a realizzare un proprio nucleo familiare.
Cerchiamo di sviluppare in sintesi i tre punti:
1)Sulla formazione si parte da un concetto di scuola che deve essere drasticamente cambiato. Il percorso scolastico ancora oggi si basa su uno studio teorico dando grosso rilievo alle materie umanistiche, ha una durata molto lunga che prevede la prosecuzione con gli studi universitari mentre si sa che in Italia i laureati sono meno della media europea. Dove sono finite le specializzazioni?
Una volta finita la scuola superiore o l’università i master sono scollegati dalle attività produttive (anche perché le piccole imprese italiane sono meno recettive e fanno meno rete di quanto avviene in europa)
PROPOSTE
– Migliorare l’orientamento fin dalla scuola primaria seguendo fin da subito l’alunno
-migliorare la formazione professionale e non esaurire il tutto nell’autoreferenzialita’ delle agenzie esistenti
2) L’indipendenza dalla famiglia oggi è sempre più tardiva a causa dell’incertezza lavorativa.Dal ’97 ad oggi sono state fatte riforme del lavoro che erano più esercizi giuslavoristici che un tentativo di cambiare le cose. I modelli utilizzati erano un mix dei paesi europei e del nord America che sono stati inseriti in una struttura rigida come quella italiana. Morale invece di introdurre flessibilità abbiamo introdotto precarietà. Oggi i fondi per le politiche giovanili vengono utilizzate nel fondo sociale per pagare la cassa integrazione e non per fare investimenti per il futuro.
PROPOSTE
– Cambiare modo di intendere le riforme e incominciare a ripartire dalle persone e dalle loro capacità
– Avere un modello di sviluppo industriale, sociale ed economico nuovo che vada in più direzioni (non solo l’industria ma anche l’artigianato e agricoltura)
– Mettere in rete le strutture che si occupano di formazione obbligando le persone a muoversi non solo in Italia ma anche all’estero.
3) si parla molto di famiglia ma non si fa nulla per incentivare la possibilità per i giovani di fare figli. Nulla si è fatto in questi anni. Abbiamo un paese sempre più vecchio con conseguenze sullo stato sociale e sanitario.
PROPOSTE
-incentivare gli assegni familiari ai giovani con figli come avviene in Francia e Germania.
-utilizzare nuove leve di fiscalità generale per allargare il welfare.
Coordinatore: Silvia Fregolent
Hanno collaborato con interventi:
Francesco Nicodemo
Michele Viti
Paolo Santoni
Franco Bargagli
Giusy Saladino
Marco Franceschi
Jacopo Refi
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