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IMU e fisco, qualche domanda e qualche proposta

imuIl dibattito

Negli ultimi mesi la nostra penisola è stata attraversata da un delicato dibattito: eliminare l’IMU o no? Eliminarla per tutti o solo per alcuni? Ne aggiungo una terza: invece di abolire l’IMU, non sarebbe stato meglio abbassare qualche altra tassa?

In un momento di crisi, prendere misure per sostenere e alleggerire le misure fiscali per i meno abbienti è doveroso. L’abolizione dell’IMU va però a incidere in parte minima sul bilancio delle categorie meno agiate, mentre favorisce abbondantemente i (tanti) ricchi d’Italia. Con la riduzione dell’IRPEF, i benefici sarebbero invece stati unicamente a favore dei meno abbienti. E ciò sarebbe valso anche se a esser ridotte fossero state tutte le altre tasse, IRAP e IVA compresa.

La proposta

La proposta consiste nel ridurre l’IRPEF di almeno 10 miliardi nel primo anno (per arrivare nel giro di pochi anni a 20 miliardi) a favore dei lavoratori meno abbienti. Per finanziare questa riduzione bisognerebbe nel primo anno avere una copertura straordinaria con la vendita di beni dello Stato, e dal secondo anno in poi ridurre la spesa (con una riorganizzazione dello Stato) e contrastare l’evasione.

Il fisco e l’evasione: pagare tutti per pagare meno

I problemi del fisco italiano sono purtroppo noti:
– un alto tasso di evasione (dai 120 ai 150 miliardi l’anno)
– un fisco percepito come oppressivo e complesso
– le alte tasse sul lavoro

Cosa possiamo fare per migliorare la situazione?
– La dichiarazione di redditi pre-compilata. Prendiamo esempio da Cile, Brasile, Olanda: mandiamo a casa un modulo pre-compilato con il reddito dell’utente e le deduzioni. Il cittadino potrà integrare o modificare le informazioni su internet o al telefono, e si eviteranno le perdite di tempo e di denaro dovute alle contestazioni e agli accertamenti. Per i lavoratori autonomi, bisognerebbe passare allo Standard Business Reporting, cioè uno schema omogeneo di contabilità e bilancio. L’impresa dovrebbe inserire i dati online e riceverebbe la proposta di tassazione dal Fisco. I dati verrebbero anche automaticamente inviati a INPS, INAIL e Camera di Commercio, evitando duplicati. In Olanda questo sistema ha fatto risparmiare 350milioni di euro l’anno, in Australia 650 milioni.
– Sanzionare la cattiva fede, ma non accanirsi su chi sbaglia per la prima volta. No a multe salate ai contribuenti modello. Chi non ha mai commesso errori, va graziato se si tratta di un primo errore formale
– Utilizzare le banche dati per ridurre i costi amministrativi e per un contrasto preventivo all’evasione
– Utilizzare le fatture elettroniche per contrastare l’evasione
– Introdurre il fondo per la riduzione delle aliquote

Alcuni dei punti per modernizzare il fisco sono già contenuti nella delega fiscale (ad esempio la fatturazione elettronica). Il primo passo è compiuto, ma il cammino è ancora lungo e richiede scelte coraggiose e puntuali.

In conclusione non vogliamo che “anche i ricchi piangano”, ma che anche i meno ricchi tornino a sorridere.

N.B Alcune delle idee proposte sono frutto del contributo di Yoram Gutgeld al seminario sul fisco – istituto Luigi Sturzo.

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3 commenti
  1. Lidia Ghezzo
    Lidia Ghezzo dice:
    20 Settembre 2013 in 20:48

    Ciao Silvia, sarò forse egoista, ma io rimango dell’idea che, l’IMU era meglio rimodularla. Invece il PDL, l’ha avuta vinta. Poi, mi sta bene anche la terza ipotesi. Ricordiamoci di andare a prendere gli evasori. Chi sono i primi a evadere? Gli avvocati e i notai. Ci rendiamo conto?…Chi tutti i giorni ha la legge tra le mani e nella bocca, è il primo a non rispettarla. Le parcelle vanno pagate solo in contanti, se eccezionalmente accettano assegni, li intestano a familiari.
    Forse sono stata troppo scontata. Lidia.

    Rispondi
  2. Giorgio Chiavassa
    Giorgio Chiavassa dice:
    21 Settembre 2013 in 09:02

    Questo articolo mi è piaciuto per il suo obbiettivo finale (facciamo pagare qualcosa in più alle categorie più ricche e agli evasori), mi sembra che i provvedimenti siano seri, concreti e fattibili ma mi manca una cosa che mi sembra la più semplice: possibile che non si possa aggiungere nessuna aliquota IRPEF? Per quel che mi risulta oggi tra la mia tassazione (ho un lordo intorno ai 50.000 annui) e quella di uno che prende il doppio c’è poca differenza, e chi prende 100000 annui è tassato come chi ne prende 1000000. Era uno dei tormentoni di Silvio, secondo me una delle sue più grandi disequità morali nel nome di qualche voto. Comunque è una delle prime volte che mi piace un articolo di un Renziano. Un caro saluto, Giorgio.

    Rispondi
  3. Guido
    Guido dice:
    21 Settembre 2013 in 11:18

    Un paio di perplessità.
    1) Non ho capito in che modo intendi recuperare l’ammontare favorendo i redditi bassi. Ridurre solamente le aliquote basse porterebbe lo stesso beneficio a tutti i contribuenti. Occorrerebbe modificare anche le aliquote alte per lasciare invariati i contributi oltre una certa soglia e ridurre solo da una certa soglia in giù. Non è un algoritmo semplicissimo, ma nemmeno molto complicato.
    2) I redditi fittiziamente bassi beneficerebbero della riduzione IRPEF, riducendo le tasse agli evasori parziali. Quelli che già usufruiscono degli sconti su tasse universitarie e molto altro. La lotta all’evasione va fatta anche verificando la credibilità dei redditi bassi, i lavoratori dipendenti contribuiscono più della loro consistenza (nel 2009 hanno versato il 55% dei contributi IRPEF mentre erano il 50% dei contribuenti) I lavoratori autonomi anche (5%/2%), pagano poco i pensionati (27%/37%), le ditte individuali (3%/5%) e i soci delle società di persone (6%/4%). (mi fido dei dati della CGIA di Mestre, credo che i parlamentari possano avere facile accesso ai dati veri e originali).
    3) IVA e IRAP, poco so della seconda, ma per quanto riguarda l’IVA chi più consuma più paga. Ridurre l’IVA ha una ricaduta su tutti. In modo relativo favorisce le basse capacità di spesa (I “poveri” spendono tutto in consumi), in modo assoluto le alte capacità di spesa (I “ricchi” spendono tanto, ma potrebbero spendere di più, e possono trovare i trucchi legali per spendere senza IVA). La riduzione del gettito andrebbe in buona parte (superiore all’incidenza numerica) ai “ricchi”. L’IVA con aliquote differenziate per i beni di prima necessità ha una sua valenza sull’equità della tassazione sui consumi.
    4) IMU (o altra tassa sulla proprietà immobiliare) Una detrazione forfettaria per persona sull’IRPEF garantirebbe per tutti il diritto alla casa. Un contributo statale alle spese per la casa, anche per chi è in affitto. Uno sconto sulle tasse di proprietà in percentuale è del tutto iniquo, anche se per la sola prima casa o la sola casa di abitazione, rimane inoltre complicato il controllo e quindi fonte di evasione.
    5) Nemmeno una parola sulla patrimoniale? Perchè solo la casa e nemmeno tutte le case? Un fisco equo deve essere pensato nel suo insieme, le singole modifiche creano spesso delle falle in cui i singoli possono essere stritolati pur favorendo il dato medio. Purtroppo la statistica non si può applicare ai singoli individui e il caso particolare soffre (vedi esodati vari e altre vittime di Equitalia).

    Sarebbe molto utile un algoritmo di fisco che sia semplice e con pochi parametri ben conosciuti, che possano essere modificati ben sapendo l’effetto che tale modifica provoca.

    Anche senza l’algoritmo semplice è sempre necessaria una simulazione degli effetti sui dati degli anni precedenti che vada ad evidenziare l’effetto sul singolo contribuente reale. E’ d’obbligo (etico) per evitare di stritolare inavvertitamente qualcuno. Penso che l’ISTAT abbia i mezzi e le capacità per fare le simulazioni, in ogni caso ci sono tante Università pubbliche che hanno le competenze e bisogno di lavorare e di soldi. Il parlamento potrebbe discutere su dati di simulazione (quindi molto vicini alla realtà) con la tranquillità di non creare danni imprevisti ai cittadini. Ogni cittadino potrebbe ricevere il resoconto preciso di quanto incidano le modifiche sulla propria situazione contributiva e quella complessiva. Potrebbe così valutare chi stia facendo o meno i suoi interessi personali, e gli interessi dell’Italia o di altre categorie contributive. Informazione diretta e non mediata dai giornali manipolatori. Anche su come fare comunicazione le Università pubbliche possono dare un grande contributo, usiamole facciamole lavorare e controlliamo in modo incrociato che abbiano lavorato bene (più trasparente che assoldare consulenti, spesso pescati fra gli amici anche per questioni di fiducia).

    http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&ved=0CFIQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.cgiamestre.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2011%2F07%2FGETTITO-IRPEF-2009.docx&ei=u1E9Uqm0A4eJ4AS6poBA&usg=AFQjCNGSoxPh2Uni5nE_6vZUT5nbLqmfOQ&sig2=QUCR0YeOklRc0lFtHKg70w&bvm=bv.52434380,d.bGE.

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