Verso ristori specifici per settore sci

Potrebbe diventare realtà l’ipotesi di riuscire a sostenere il settore sciistico con dei ristori specifici. Oggi abbiamo illustrato ad Anef, Federfuni Italia e agli altri operatori sciistici le possibilità di un ristoro specifico per il comprato, motivato da alcune peculiarità rispetto agli altri settori stagionali. Gli impianti sciistici devono, infatti, sostenere costi di vivi anche quando non sono aperti. Parliamo delle spese per la manutenzione e il controllo delle strutture che, per garantire la sicurezza, devono essere effettuati in modo costante anche a impianti fermi. Tanto per fare un esempio, solo per l’area di Bardonecchia sono stati spesi 500mila euro. Soldi che vanno moltiplicati per i 400 impianti presente in Italia. Per risolvere questo problema si sta studiando il modello a cui è ricorsa la Francia, che prevede di ristorare, su un 70% di perdite, almeno un 40% calcolato sulla base dei biglietti venduti e sulla media di fatturato del biennio precedente. Il Mef ha dato la disponibilità a percorrere questa strada. Da parte nostra continueremo a lavorare per offrire l’aiuto di cui il settore ha un disperato bisogno. L’incontro è stato organizzato insieme alla collega Claudia Porchietto.

Riapertura impianti sciistici

400 aziende, 15.000 lavoratori: è necessario fare tutto il possibile perché gli impianti sciistici riaprano.

Italia Viva

ha cercato delle soluzioni perché questo possa avvenire. Nella giornata di ieri è stata approvata una risoluzione che prevede:

– la proroga dei termini per l’esecuzione degli adempimenti per il proseguimento dell’esercizio dell’impianto dopo la scadenza della sua vita tecnica
– la promozione in sede di Conferenza Stato-regioni di un tavolo per monitorare il rispetto delle norme di sicurezza
– il sostegno alla tenuta economica e occupazionale dell’intero settore, nonchè di tutte le imprese e dei lavoratori dell’indotto
– iniziative legislative di semplificazione dei procedimenti per la realizzazione di nuovi impianti funiviari
Insieme ai colleghi

Raffaella Paita

e

Mauro Del Barba

lavoreremo affinché il governo possa dar seguito agli impegni stabiliti dalla risoluzione

La mia replica al Presidente del Consiglio

La lista dei rimpianti di Torino

I disastri di Appendino hanno trovato purtroppo una sponda in alcuni ministri di questo governo. Ed a pagare le conseguenze sono ancora una volta i cittadini che vedono Torino, i suoi storici enti e le istituzioni, perdere prestigio e credibilità e la qualità della vita ridursi notevolmente. Ultimo in ordine di tempo la crisi del Teatro Regio che continua ad essere affidato a persone esterne alla città, prima Graziosi e Schwarz ora al Commissario Purchia, invece di valorizzare le professionalità che già conoscono l’ente. Senza dimenticare il Tribunale Brevetti europeo destinato a Milano e che avrebbe potuto garantire ricadute economiche territoriali per circa 300 milioni di euro all’anno. Tornando indietro di pochi mesi potremmo ricordare le Olimpiadi invernali perse ma la lista dei rimpianti è lunghissima. Il prossimo anno Torino cambierà il sindaco ma i danni della Giunta Appendino e del M5S su ripercuoteranno per decenni sulla città

Sulla Asti-Cuneo

Dal Ministero delle Infrastrutture abbiamo avuto la conferma che l’avvio dei lavori del lotto mancante dell’Asti – Cuneo sarà immediato, assieme alle opere accessorie per garantirne la connessione con la viabilità locale. Quello che però il ministero non ha chiarito fino in fondo è se il modello di ‘finanziamento incrociato’ con la società di concessioni autostradale Satap, che anticiperà i 350 milioni di euro per completare l’opera per poi stornarli dalla concessione della stessa Asti – Cuneo e dall’eventuale rinnovo dalla gestione congiunta del tratto autostradale Torino – MIlano, potrebbe essere considerato dall’Unione Europea come aiuto di stato. Chi volesse subentrare per la concessione delle due autostrade dovrebbe infatti partire da una base d’asta ad oggi stimabile in oltre 1miliardo e 100 milioni di euro: una cifra molto elevata capace di scoraggiare le società interessate e quindi favorire direttamente l’attuale gestore.

Fase 2 e trasporto pubblico

Non possiamo prendercela con i cittadini che per tornare a lavoro o per svolgere attività essenziali sono costretti ad utilizzare in massa i mezzi pubblici. Era ampiamente prevedibile che anche a Torino, come in tutta Italia, la Fase 2 avrebbe comportato problemi per il tpl in sicurezza e creato situazioni in cui sarebbe stato difficile garantire il distanziamento sociale. Appendino e Cirio avrebbero dovuto predisporre, per tempo, un servizio di trasporto pubblico efficace ampliando la frequenza degli autobus o potenziando alcune linee strategiche. Ancora una volta però a Torino ed in Piemonte le responsabilità della ripartenza in sicurezza vengono scaricate sui cittadini.

Cura Italia: il mio sì

Il virus ha stravolto il nostro paese, la nostra economia, la nostra vita. Il Cura Italia è stato concepito in totale emergenza, e per questo perdoniamo momentaneamente i tanti limiti per le partite IVA, le piccole e medie imprese, le famiglie. Sarà però necessario un cambiamento radicale nei prossimi provvedimenti, dal “decreto liquidità” a quello per le “semplificazioni”. Anche le Regioni dovranno fare la loro parte: noi continuiamo a chiedere commissioni di inchiesta nelle regioni che hanno mostrato evidenti problemi di gestione. Il mio voto al Cura Italia è un Sì, ma deve essere un punto di partenza: guardiamo avanti con le proposte di Italia Viva per il terzo settore, per le infrastrutture, per le scuole.

Guarda qui il video del mio intervento

 

Fallimento totale di Cirio e Icardi, per fase 2 serve governo unità regionale

Report ha spiegato all’Italia il dramma che sta vivendo da mesi il Piemonte. E’ emersa chiaramente l’incapacità cronica della giunta Cirio e della sua maggioranza che non è riuscita, troppo impegnata nelle lotte interne di potere per la spartizione di incarichi pubblici soprattutto nella sanità, ad arginare il contagio ed a tutelare i cittadini più deboli come gli ospiti delle Rsa. L’unità di crisi e la gestione dell’emergenza sono stati fallimentari, nonostante settimane di vantaggio rispetto ad altri territori. Le dimissioni immediate dell’assessore alla sanità Icardi e l’istituzione di una Commissione di inchiesta, che Italia Viva chiede ormai da giorni, non sono oggi più rinviabili. E’ inoltre necessario un governo di unità regionale: è impensabile che Cirio, palesemente incapace di superare ancora la fase 1, possa da solo traghettare il Piemonte verso la fase 2.

Coronavirus: il mio intervento

Care amiche e cari amici,

di seguito trovate il mio video con alcune considerazioni sul Coronavirus. Buona visione!

 

La mia proposta di legge sulle lobby

Gli amici di Formiche.net mi hanno intervistato riguardo la mia proposta di legge per la disciplina dell’attività di rappresentanza degli interessi particolari e per l’istituzione di un registro pubblico dei lobbisti. La potete guardare cliccando qui.