L’indipendenza dal gas russo è una questione di sicurezza nazionale e come tale dovrà essere affrontata. Ecco cosa vogliamo fare:
completare con procedure straordinarie la costruzione di due rigassificatori galleggianti che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo
aumentare la produzione di gas nazionale ri-attivando e potenziando gli impianti già esistenti (pensate che dal 2001 la produzione nazionale di gas è diminuita dell’80% a fronte di una domanda di consumo sostanzialmente invariata: questo ha comportato un aumento delle importazioni)
rafforzare la strategia sulle energie rinnovabili, anche completando il processo di individuazione delle aree idonee all’installazione di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili per velocizzare il processo di localizzazione e autorizzazione; completare l’opera di semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti; programmare le nuove aste FER; valorizzare l’idroelettrico come asset strategico per il paese; favorire lo sviluppo dell’idrogeno;
aiutare le imprese a ridurre i costi della bolletta elettrica incentivando con garanzia statale la produzione di energia rinnovabile per autoconsumo (inclusi i sistemi di accumulo);
promuovere in EU un price cap a tutto il gas importato per ridurre anche il costo dell’energia elettrica. In subordine, introdurre modalità più efficienti e più efficaci di quelle recentemente individuate per trasferire la extra-rendita reale (non presunta) delle imprese energetiche – inclusi i trader – a famiglie meno abbienti e imprese energivore;
intervenire sul prezzo della CO2 a carico delle imprese (incluse quelle energetiche). Esso, a causa della guerra in Ucraina ed il conseguente aumento della generazione elettrica a carbone, è cresciuto del 300% dal 2021, contribuendo alla spinta inflattiva.
puntare sul risparmio energetico negli edifici pubblici e privati