Stepchild adoption, unioni civili e…’Una giornata particolare’
Ieri per me è stata una giornata particolare. Infatti e’ stato ricordato da tutti Ettore Scola grande artista che nel 1977 diresse un film straordinario, “Una giornata particolare”, con i grandi Sofia Loren e Marcello Mastroianni. Il film narra della visita di Hitler nel 1939 a Roma e nel contempo dell’amicizia che nasce e dura solo quella giornata tra una casalinga condannata dal marito padrone a restare a casa con un ex-giornalista omosessuale che in quella giornata voleva morire.
Mi chiederete perché questa premessa . Perché ieri mentre Rai 2 trasmetteva questo film straordinario, il gruppo Pd della Camera era impegnato nella discussione sulle unioni civili.
Questo il mio intervento.
Miei cari,
la proposta di Legge Cirinnà, chiama in causa la nostra maturità politica, quella di ciascuno di noi e quella del Partito Democratico nella sua interezza.
Fino ad oggi, da L’Ulivo passando per l’Unione, si sono visti fallire tutti i tentativi per avere una legge che regolamentasse le unioni affettive delle persone dello stesso sesso, come ricordato prima da Micaela. E’ dovuta intervenire una sentenza della Corte Costituzionale per denunciarne la mancanza e per indicare i criteri costitutivi della nuova legge.
Il Pd, con i numeri che ha in questa Legislatura, non si può permettere un fallimento che sarebbe ascritto interamente alle sue divisioni interne. Pertanto occorre che ognuno di noi faccia uno sforzo per raggiungere una posizione che sia quanto più ragionevole tanto meno identitaria.
Lo so che ognuno di noi ha una sua propria identità, e spesso grazie a questa cifra personale noi siamo riconosciuti nelle nostre comunità di riferimento. Ma oggi proprio per le premesse sopra citate prima occorre che venga fatta una scelta politicamente ragionevole, che ponderi onestamente tutte le istanze sul tappeto, che valuti le esperienze ma soprattutto che consideri quanto presente nel nostro ordinamento giuridico.
Lo dico in quanto ogni volta che tu, Micaela, espressamente spiegavi come per giungere ad un compromesso accettabile da tutti fossero stati eliminati tutti i riferimenti e rimandi al matrimonio. Personalmente facevo fatica a considerare questo come elemento positivo, ma comprendo che anche se personalmente sono per il matrimonio di persone dello stesso sesso, per arrivare a un risultato che tenga conto di tutti occorre fare degli sforzi personali.
Diversa è la questione posta in essere con l’art. 5 che prevede solo, e sottolineo solo, l’adozione del figlio dell’altro partner (cosiddetta “stepchild adoption”) che è già prevista nel nostro ordinamento (dalla Legge n.184 del 1983, all’articolo 44, “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”) che viene estesa anche ai membri dell’unione civile (unione che ricordo deve essere tutelata nei diritti alla stregua di quanto previsto per i matrimoni di coppie eterosessuali secondo la sentenza 138 del 2010 della Corte Costituzionale).
A me sembra una scelta politicamente ragionevole: se la stepchild adoption per le coppie eterosessuali sposate esiste è perché si vuole consolidare il vincolo familiare tra i membri della coppia, e quello di costoro con il figlio, che capita di essere di uno solo di essi (la Corte Costituzionale ha identificato già in diverse sentenze questo meritevole intento legislativo).
Pertanto su questo elemento non trovo ragionevole fare alcun passo indietro. Qui si tratta di tutelare 100.000 bambini che, come accaduto, in caso di morte del genitore naturale possono essere dichiarati adottabili.
Non riesco a comprendere perché questo interesse che è insieme della famiglia costituita dai due adulti, e del minore ad averne una, deve essere valutata meno importante e meritevole se la coppia è omosessuale?
In virtù di quale esigenza vogliamo imporre alla coppia omosessuale ( che si lega formalmente in un contratto di unione civile) un sacrificio che invece non facciamo gravare su quella eterosessuale sposata? E in nome di quale bisogno sociale trasferiamo poi questo sacrificio a questa diversità di trattamento dagli adulti al minore che ha – per come dice la legge n.184 del 1983 – il diritto ad avere una famiglia?
Qual è lo scopo rispetto al cui raggiungimento questa limitazione sarebbe congrua?
In altre parole: perché vogliamo togliere la possibilità al bambino di giovarsi dell’obbligo del mantenimento, dell’istruzione e dell’educazione (e anche del cognome) di una seconda persona che alla prima è formalmente legata, solo perché questi due soggetti sono omosessuali?
Sarebbe una discriminazione immotivata, in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione.
La valutazione giuridica dell’art. 5 sta tutta qui.
E’ fuorviante allargare il campo al tema delle adozioni ordinarie delle coppie omosessuali o dei single, che sono fuori dall’art.5 e da tutta la legge. Né il nostro discorso concerne la maternità surrogata che molto forzatamente viene tirata nel ragionamento. Essa è vietata dalla legge italiana e continua a rimanere tale anche dopo questo disegno di legge.
E se vi fosse un collegamento con l’art 44 avremo dovuto denunciarlo molti anni fa quando fu approvato l’articolo citato.
Per questo penso che occorra rimanere saldi e ancorati per un giudizio d’insieme della legge e quanto previsto dal nostro ordinamento giuridico.
Grazie
p.s.Molti miei colleghi dichiarano che andranno chi alle manifestazioni dei genitori arcobaleno chi a quella del family day.
Io penso che se fossi un cittadino comune avrebbe senso partecipare alle manifestazioni ed in questo caso non avrei timore di scegliere la prima, quella dei genitori arcobaleno. Tuttavia io non posso non pensare che da legislatore, seppure pro tempore, il mio compito non sia ‘fare presenza’ ma risolvere i problemi. Per quanto in mio potere cercherò di fare di tutto perché questa legge vada in porto.