Dl materie prime: misura di facciata, imbarazzante
Siamo ai saldi estivi: due decreti al prezzo di uno, quello sulle infrastrutture e quello sulle materie prime all’esame frettoloso del Parlamento. Al governo evidentemente erano troppo distratti a commentare le Olimpiadi di Macron e hanno fatto provvedimenti inutili. Noi ci saremmo aspettati una seria filiera di estrazione italiana ed europea, invece troviamo una scatola vuota. Non solo non si cercano le terre rare che servirebbero per la transizione ecologica, ma soprattutto non c’è il coinvolgimento delle Regioni. Hanno votato l’autonomia differenziata, ma su un provvedimento che prevede semplificazioni decidono di centralizzare e di escludere le Regioni, andando addirittura in contrasto con il Titolo V. Evidentemente sono pronti a firmare i nostri moduli per il referendum. Ci dicono che siamo determinanti in Europa e nel mondo e poi fanno un provvedimento scollegato con il regolamento europeo. Non viene menzionato neppure il piano Mattei, che per la prima volta sarebbe servito per gli accordi sull’estrazione delle terre rare in Africa, ma evidentemente vogliono lasciare il campo libero a Russia e Cina. Nulla neppure per sbloccare i rallentamenti sul recupero delle materie prime critiche o per fare quelle semplificazioni chieste dalle nostre imprese. Noi siamo convintamente contrari a un provvedimento di facciata che non risolve i problemi, talmente inutile da essere imbarazzante.