Auguri al nostro Paese
In questi giorni molti di voi mi hanno scritto e chiamato per uno scambio di opinioni sulla crisi di governo.
C’era chi insisteva nell’andare al voto e c’era chi consigliava di arginare l’arroganza dei populisti e la deriva autoritaria cercando un accordo parlamentare.
Ho avuto modo di riflettere e credo che votare oggi la fiducia al nuovo governo Conte rappresenti una opportunità per cambiare radicalmente le politiche economiche del paese avviato verso una disastrosa recessione.
Il nostro primo obiettivo è un governo No – Tax.
Qualcuno potrà obiettare e l’ha fatto: perché non passare per le elezioni?
Perché la nostra è una Democrazia Parlamentare (piaccia o meno) e in una Democrazia Parlamentare fino a quando c’è una maggioranza in Parlamento non si va al voto se non alla scadenza dei 5 anni.
Oggi abbiamo assistito ad una manifestazione in piazza contro il neo governo. Una manifestazione pienamente legittima perché promuove la partecipazione popolare: quello che è però francamente pietoso è la presenza a questa protesta di chi, come Matteo Salvini, ha aperto la crisi di governo senza però dimettersi e successivamente, pur di rimanere attaccato alla poltrona, ha disperatamente cercato in ogni modo di riconquistare gli ex alleati del M5S arrivando addirittura a promettere a Luigi Di Maio il posto di Presidente del Consiglio.
So bene che sarà una partita difficilissima e che avrà futuro soltanto se produrrà effetti concreti: il paese non può infatti sostenere altri 18 mesi di crescita zero.
Le prime misure da approvare saranno il taglio delle tasse sul lavoro, lo stop all’aumento dell’Iva, investimenti per scuola e formazione, politiche ambientali efficaci e lotta al precariato.
Da torinese, che ha da sempre combattuto Chiara Appendino per le sue politiche disastrose, mi rendo perfettamente conto delle difficoltà che ci troviamo di fronte.
Oggi però abbiamo la possibilità di guardare al futuro.
Il Parlamento ha dato dignità alle istituzioni ed all’intera nazione ribadendo a Salvini ed ai suoi ‘yes man’ che dal Papeete non si governa e che i sondaggi non fanno la storia.
Auguri al nostro Paese.